mercoledì

La cultura digitale e i nativi digitali

“Quello che è successo è che, tra il 1985- anno della diffusione di massa dei PC a interfaccia grafica e dei sistemi operativi a finestre- e il 1996- l’inizio della rivoluzione di Internet-, si è affermata rapidamente una nuova 
versione 2.0 dell’Homo sapiens: si tratta dei “nativi digitali”. I nativi sono molto diversi da noi “figli di Gutemberg”. Sono nati in una “società multi schermo  e interagiscono con molti di questi schermi fin dalla più tenera età. Questo perché sono numerosi i monitor interattivi dai quali sono circondati fin dalla nascita- computer, consolle per videogiochi portatili, cellulari smartphone, navigatori satellitari. Ora è importante comprendere come per i nativi digitali questi schermi costituiscano soprattutto strumenti di comunicazione e di interazione sociale e tra pari. ….
La situazione di noi “immigranti digitali” appare,per contro, ancora molto più prudente e cauta, se non negazionista. I nativi, invece, stanno sviluppando nuove rappresentazioni, metodi per conoscere e fare esperienza del mondo. Il termine Homo zappiens identifica una generazione che ha avuto nel mouse, nel Pc e nello schermo una finestra di accesso al mondo. 
Per esempio per quanto riguarda i videogiochi alcuni di questi non hanno nulla a che fare con l’apprendimento poiché si limitano ad attivare funzioni neurali di tipo percettivo-motorio (azioni automatiche e di stimolo-risposta) che nel lungo periodo non aiutano la capacità di apprendimento. Altri videogiochi, quelli di strategia e costruzione di mondi possibili quali Sim City il cui fine è costruire e amministrare una città sviluppano l’attenzione selettiva, la “riserva cognitiva” e la capacità di apprendere una modalità nuova”.. 

Paolo Ferri, I nativi digitali 

Posto questo stralcio, se può interessare. Sto leggendo questo libro, perché la consapevolezza di questo nuovo stile cognitivo e di apprendimento pone a noi “figli del libro” un problema importante: come stabilire un linguaggio comune con loro? La cultura alfabetica sta cedendo il posto a quella digitale: è una sfida per noi e occorre trovare la “giusta via di mezzo”per valorizzare nuove potenzialità digitali e, nello stesso tempo, non dimenticare ..il “vecchio”.

I nativi digitali e la cultura digitale

7 commenti:

  1. Credo che ognuno, nel suo ruolo, insegnanti, mamme e papà debbano salvaguardare la " lettura" che costringe a rielaborare, a interiorizzare con lentezza dei contenuti, di ogni genere.Mi accorgo che sempre più i ragazzi leggono con le stesse modalità con cui fanno scorrere con i polpastrelli una pagina web: brevi incursioni, copia e incolla e uscita rapida con un "clic". Non sono refrattaria nè ho il rifiuto per i mezzi digitali,anzi mi piacciono e li utilizzo,e non è mia intenzione estremizzare nè in una direzione nè nell'altra,ma nella mia esperienza,seppure limitata, mi accorgo di un cambiamento nell'approccio a un contenuto. Nel concreto, noto ad esempio che spesso mi sento dire delle cose legate a delle "frasi estrapolate" dal testo, ma decontestualizzate e prive di legami con un prima o un dopo.Vedo un cambiamento rispetto a 7/8 anni fa. Bisogna trovare la via di mezzo:sfruttare le potenzialità, ma continuare a coltivare le "vecchie abilità", valorizzare le competenze multitasking (si chiamano così, mi sembra) ma nello stesso tempo non abbandonarne altre..La naturalezza con cui i ragazzi si avvicinano al tecnologico è una ricchezza,ma... (è una mia opinione) caldeggio ancora ad andare in biblioteca e a sfogliare lì le pagine, a leggere e a sottolineare con la matita a punta fine, in silenzio e con lentezza.

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    1. Ci sono poche persone che la pensano come te.

      Il libro sta diventando solo un arredo della casa. Che delusione..

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  2. C'è un momento in cui i ragazzi hanno in mano i libri usati o nuovi da ricoprire.Per ora è obbligatorio che i libri siano in versioni digilibro..con un apparato didattico online..ma ci sono ancora!! E speriamo, davvero che non venga mai emanata una circolare ministeriale per soli ebook! Ti ricordi l'odore dei libri appena presi..nuovi o usati? C'era la curiosità di sfogliarli e,poi,la voglia di ricoprirli, insomma di personalizzarli..e poi le penne colorate..:-)

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    1. quello che dici è vero, l'ho notato anche io osservando mia nipote che frequenta le medie. Svolgono il tutto in modo molto veloce ma anche un pò superficiale e pigro : ormai l'unica loro fonte di consultazione è la solita wikipedia, e da lì si limitano a copiare e incollare quella che sarà la loro tesina o ricerca con piccole modifiche, con una elaborazione personale scarsa. Alla fine di quel mezzo potente e vasto che è la rete sanno sfruttare ancora poco, perchè è come se cosultassero un unico libro ritenendolo superaffidabile, nonostante abbiano a portata di click una biblioteca vasta e quasi infinita, senza confrontare dati e notizie con altre fonti, senza spirito critico...quando ho fatto questo a mia nipote mi ha guardato con occhi perplessi, come per dirmi ma perchè mi devo complicare la vita?
      Figuriamoci se sentono il bisogno di andare a sfogliare i cari vecchi libri nelle biblioteche come facevamo noi e come continuo a fare volentieri, a meno che non siano obbligati. Alla base penso che ci sia la loro disabitudine a fare le cose con una certa sana e consapevole lentezza, perchè come affermi giustamente tu per gustare un libro, capirlo, amarlo bisogna sfogliarlo con calma, sentendo il fruscio delle pagine tra le nostre mani, anche la bellezza dell' odore della carta magari... sottilineare le frasi che ci colpiscono, riflettere su quei determinati passaggi, scorrere con piacere tra indici e capitoli... loro non sono abituati a gesti lenti, all'introspezione.

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    2. E' vero, non sono abituati, ma ne hanno bisogno.Oggi, forse più di noi..hanno bisogno di fermarsi un attimo a "sentire" l'emozione che trasmette un libro o un quadro.Domenica ho trascorso il pomeriggio in una pinacoteca.. nel gruppo c'erano anche tre bambini, avranno avuto 8-9 anni.E' importante iniziare fin da piccoli a far respirare un'atmosfera..NOn avranno capito certi passaggi della "spiegazione"della guida, ma non importa..erano lì, e qualcosa sicuramente è passato

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    3. Hai colto il punto.

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